“LE
CAROVANE DEI SOGNI” QUESTO E’ L’AFFASCINANTE TITOLO
DELL’ESPOSIZIONE IN CORSO NELLE VETRINE DELLA BSI QUI A LUGANO ,
UN TITOLO CHE EVOCA TEORIE INTERMINABILI DI
DROMEDARI CHE ATTRAVERSO PAESAGGI MOZZAFIATO UNIVANO LA COSTA DEL
MEDITERRANEO E DELL’OCEANO INDIANO CON IL SAHEL, LA COSTA
“LETTERALMENTE” MERIDIONALE DEL DESERTO DEL SAHARA.
QUESTE
CAROVANE TRASPORTAVONO MERCI PROVENIENTI DA OGNI PARTE DEL MONDO
ALLORA CONOSCIUTO DAI PORTI DI ALESSANDRIA D’EGITTO, DI TANGIS E
DI ZANZIBAR DOVE LE NAVI ARABE PROVENIENTI DALLA CINA E DALL’INDIA
SCARICAVANO E DIFFONDEVANO IN TUTTO IL CONTINENTE AFRICANO MERCI E
CULTURA DI PAESI LONTANI, QUASI DA SOGNO!
DI
TUTTO ARRIVAVA ATTRAVERSO IL SAHARA CON QUESTE CAROVANE: TESSUTI
PREGIATI, ARMI, PERLINE COLORATE E VETRI RAFFINATI, IDEE,
ARCHITETTURE ED IDEOLOGIE RELIGIOSE.
IL
MEZZO DI TRASPORTO USATO IN QUESTE CAROVANE ERA ED E’ TUTT’OGGI
IL DROMEDARIO ANIMALE CHE, ANCHE SE ALCUNI GRAFFITI RUPESTRI CE LO
RAPPRESENTANO CON GIRAFFE, QUINDI IN PERIODI SAHARIANI ANTICHISSIMI
–5.000/8.000 A.C.-, NON E’ UN ANIMALE ORIGINARIO AFRICANO, MA FU
PORTATO DALL’ASIA MINORE ANCORA
UNAVOLTA DAI ROMANI; I GRAFFITI LIBICO-BERBERI, QUINDI O SONO DEI
FALSI O SOVRAPPOSIZIONI DI GRAFFITI RECENTI SU BASI ANTICHE.
LUCIO
SETTIMIO SEVERO IMPERATORE ROMANO NEL II SEC. D.C. NATO A LEPTIS
MAGNA IN LIBIA, DURANTE UN SOGGIORNO IN SIRIA SI RESE CONTO
DELL’IMPORTANZA DEL DROMEDARIO NEI TRASPORTI IN REGIONE ARIDE E
DESERTICHE ED INTRODUSSE ANCHE IN AFRICA LA SUA UTILIZZAZIONE,
AFFIDANDOLA A PERSONALE BEDUINO LOCALE,
BEN
PRESTO L’USO DEL DROMEDARIO SI DIFFUSE IN TUTTE LE REGIONI
SAHARIANE E PICCOLE COMUNITA’ DI NOMADI COSTRETTE A LIMITATI
TERRITORI TRA UN POZZO E L’ALTRO, POTERONO ALLARGARE IL PROPRIO
SPAZIO VITALE, INCONTRANDO ALTRI TRIBU’ DANDO IL VIA AD UNA SERIE
DI AGGLOMERAZIONI CHE DARANNO VITA AI GRANDI IMPERI AFRICANI.
QUESTE
SOCIETA’ ERANO I DESTINATARI DEI SOGNI TRASPORTATI DA QUESTE
CAROVANE, SOGNI PAGATI A SECONDO DELLE EPOCHE E DALLE RICHIESTE DEL
MONDO OCCIDENTALE CON ORO, SPEZIE, SALE E PURTROPPO ANCHE CON
SCHIAVI.
ALLA
RICERCA DI QUESTE
CAROVANE NEGLI ULTIMI VENTI ANNI HO VISITATO LUOGHI E STUDIATO GENTI
E CERCATO TESTIMONIANZE
SOPRAVISSUTE ALL’ISLAMISMO, ALLA TRATTA DEGLI SCHIAVI ED AL
COLONIALISMO CHE HANNO CERCATO CON OGNI MEZZO DI CANCELLARE OGNI
TRACCIA DI ANTICHI SPENDORI.
UNO
DEI PAESI SICURAMENTE PIU INTERSESSANTI IN QUESTO SENSO E’ IL
MALI, NON INTESO COME LIMITE GEOGRAFICO MODERNO, MA COME IL
TERRITORIO DEGLI ANTICHI IMPERI DEL MALI E CIOE'’GLI ATTUALI STATI
DEL MALI, BURKINA FASO, NIGER E MAURITANIA DOVE MENTRE NEL CORSO DEI
SECOLIRE SI SUCCEDEVANO A CALIFFI E GOVERNATORI, IN ALCUNI VILLAGGI
SPERDUTI SUI CONTRAFFORTI DELLA FALESIA O LUNGO IL FIUME NIGER, LA
VITA E' SEMPRE CONTINUATA UGUALE QUELLA DEI LORO PADRI, DEI LORO
NONNI, DEI LORO AVI, SENZA CHE LE VICENDE DEL MONDO ESTERNO CHE SI
EVOLVEVA, O INVOLVEVA, LI TOCCASSE IN ALCUN MODO.
QUESTI
UOMINI RIMASTI ANTICHI NELL'AGIRE E NEL PENSARE, COSTITUISCONO IL
PATRIMONIO CULTURALE DEL MALI UN PAESE CHE, QUASI IN MEMORIA DEGLI
ANTICHI SPLENDORI, VISSUTI TRA IL X ED IL XVI SEC., CI PROPONE
PAESAGGI IMMUTATI DA SECOLI E ABITATO DA UNA MIRIADE DI ETNIE CHE
CONSERVANO IMMUTATE DI SEMPRE USI E COSTUMI
DJENNÈ
È STATA UNA DELLE CAPITALI ECONOMICHE
PIÙ IMPORTANTI, FORZIERE DELLA CITTA’ SANTA TOMBOUCTOU, CITTÀ
RICCHISSIME SEDI DI IMPORTANTI UNIVERSITÀ ISLAMICHE DOVE I RE
MALIANI DI RITORNO DAI LORO FAVOLOSI PELLEGRINAGGI ALLA MECCA
AVEVANO FATTO ERIGERE MAGNIFICHE MOSCHEE PER GLORIFICARE ALLAH, E
SICURAMENTE META FINALE DI MIGLIAIA DI CAROVANE DEI SOGNI TRA L’XI
ED IL XVII SEC.
UN
PAESE DI TRADIZIONE ISLAMICA, QUINDI COME TESTIMONIANO LE SUE
MOSCHEE ED I TESTI ANTICHI CONSERVATI IN MALI ED IN MAURITANIA, MA
UN PAESE DOVE UNA CULTURA ANIMISTA COABITAVA CON IL MONDO ISLAMICO,
PER OLTRE 500 ANNI ED ANCORA OGGI CONVIVE, COME TESTIMONIANO I
REPERTI ARCHEOLOGICI CHE AFFIORANO A POCHI METRI DALLE SUE MOSCHEE
ED I RITI ANIMISTICI A CUI ANCORA OGGI SI PUO’ ASSISTERE.
A
15 KM. DI DISTANZA DA QUESTA MOSCHEA, CENTRO DI PREGHIERA PER TUTTO
IL BURKINA FASO, NEI PAESI LOBI E’ POSSIBILE FAR VISITA A SANTUARI
PAGANI, GESTITITI DA FETICHEURS FAMOSI IN TUTTO IL PAESE ED
INTERPELLATI DAL GOVERNO CENTRALE IN OCCASIONE DI IMPORTANTI
DECISIONI.
IN
TERRITORIO BOZO, E’ POSSIBILE ASSISTERE ALL’USCITA DELLE
MASCHERE SACRE PER LE DANZE PROPIZIATORIE DELLA PIOGGIA, ED ALCUNI
KM PIU’ A EST INCONTRARE IL RE DEI GAN E FAR SACRIFICI
PROPIZIATORI AGLI ANTENATI.
TUTTA
QUESTA PREMESSA PER CERCARE DI CAPIRE COME QUESTO TERRITORIO SIA
STATO INFLUENZATO NEL CORSO DEI SECOLI DA CULTURE ESTERNE, GIUNTE
SICURAMENTE A DORSO DI DROMEDARIO CON LE NOSTRE CAROVANE DEI SOGNI,
CHE TRASPORTAVANO APPUNTO SOGNI, PENSIERI E CULTURA, DANDO VITA AD
UN MONDO COSMOPOLITA, PLURICONFESSIONALE CHE HA ASSIMILATO SI LE
ESPERIENZE ESTERNE, MA HA PUR CONSERVATO GELOSAMENTE LE CULTURE
ANCESTRALI, MOLTO PIU’ ANTICHE DI QUELLE ARABE ED EUROPEE.
MA
QUALI SONO STATE LE CULTURE ESTERNE CHE HANNO DETERMINATO LO
SVILUPPO DI QUESTA’ CIVILTA?
IN
MANCANZA DI SCRITTI AFRICANI, GLI UNICI ELEMENTI DI CUI DISPONAVAMO
ERANO:
-I
TESTI ARABI DELL’XI-XIII SEC., CHE
CI DANNO UNA VISIONE UNICAMENTE ISLAMICA DI QUESTA
SOCIETA’.
-I
RACCONTI DEI GRIOT AFRICANI TROPPO SIBILLINI ED A VOLTA AMBIGUAMENTE
SIBILLINI CHE I PRESTANO A FANTASIOSE QUANTO INACCETTABILI
INTERPRETAZIONI
-LE
TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE PURTROPPO TROPPO POCO STUDIATE
SCIENTIFICAMENTE.
IN
QUESTI ULTIMI ANNI HO TROVATO UNA NUOVA CHIAVE DI LETTURA DEI
CONTATTI COMMERCIALI, CULTURALI E DELLE PRATICHE
RELIGIOSO-APOTROPAICHE NELLE COLLANE DI PERLINE VITREE CHE CIRCOLANO
IN AFRICA DA SEMPRE AL COLLO DI DONNE DI TUTTE LE ETA’ E
CONDIZIONE SOCIALE, DI CAPI VILLAGGIO O SEMPLICI CACCIATORI O
CONTADINI, SIMBOLO DI POTERE, RICCHEZZA E STATO SOCIALE, MA ANCHE
COME AMULETO CONTRO IL MALOCCHIO E GLI SPIRITI MALIGNI, MONETA DI
SCAMBIO PER POTER VIAGGIARE ALL’INTERNO DEL CONTINENTE AFRICANO,
DA TEMPI ANTICHISSIMI FINO AI GIORNI NOSTRI.
QUANDO
PARLO DI TEMPI LONTANISSIMI, E QUANDO PARLO DI CULTURA AFRICANA
MOLTO PIU’ ANTICA DELLA CULTURA DEI POPOLI CHE HANNO CONDIZIONATO
IL CORSO DELLA STORIA AFRICANA, RISALGO VERAMENTE AGLI ALBORI DELLA
STORIA, NELLA PREISTORIA E PIU’ PRECISAMENTE AL NEOLITICO
SAHARIANO, CHIAMATO DEL SAHARA FERTILE, CUI SI RIFERISCONO QUESTE
COLLANE IN QUARZO ED AMAZZONITE CHE VEDIAMO.
LA
DOCUMENTAZIONE PIU’ INCREDIBILE DI QUESTO PERIODO E’
RAPPRESENTATA DALLE INCISIONI E PITTURE RUPESTRI SUB-SAHARIANE CHE
SI TROVANO NEL SUD DELL’ALGERIA, DELLA LIBIA, AL NORD DEL NIGER
E DEL CIAD, SCOPERTE E DOCUMENTATE PER LA PRIMA VOLTA NEL
1958 DA HENRY LHOTE.
PROSEGUENDO
NEL NS VIAGGIO DOCUMENTATO DALLE PERLINE VITREE MALIANE, CI
ADDENTRIAMO IN UN CAPITOLO CHE HA FATTO MOLTO DISCUTERE.
NELL’IMMAGINE
CHE QUI VEDETE SONO RITRATTI FILI DI PERLINE DI SCAVO RITROVATE NEI
SITI ARCHEOLOGICI DELLA CITTA’ DI JENNE’-JENO
FONDATA INTORNO AL V SEC. E RIMASTA ATTIVA SINO AL XVII SEC.
SI
POSSONO RICONOSCERE PASTE VITREE APPARENTEMENTE PUNICHE, ROMANE ED
EGIZIO TOLEMAICHE.
I
CONTATTI CON IL MONDO MEDITERRANEO AGLI INIZI DEL NOSTRO MILLENNIO
AD OPERA DI ROMANI CI FURONO E SONO DOCUMENTATI DA CIO’ CHE SCRIVE
ERODOTO NELLA SUA HISTORIA, MA FURONO OCCASIONALI E SPORADICI,
INOLTRE I ROMANI ED I CARTAGINESI NON SI INTERESSARONO MAI
DIRETTAMENTI AI TERRITORI SUB SAHARIANI.
COME
E’ POSSIBILE ALLORA CHE PERLINE DI QUESTE CULTURE SIANO PRESENTI
IN QUESTO TERRITORIO?
TUTTE
LE COLONIE FENICIE ATLANTICHE DI LIXUS, SALA, EL JADIDA E MOGADOR,
SOLO PER CITARE QUELLE CONOSCIUTE ARCHEOLOGICAMENTE, MA CHE SECONDO
STRABONE ERANO OLTRE 300, SONO SOPRAVISSUTE ED HANNO CONTINUATO A
COMMERCIARE CON L’INTERNO DEL MAROCCO, SCAMBIANDO MANUFATTI
FITTILI E VETRO CON L’ORO DELLA MAURITANIA E DEL MALI, NOTIZIA
RIFERITA SEMPRE DA ERODOTO E COFERMATA DA ABBONDANTI RITROVAMENTI DI
VASELLAME PUNICO IN PIENA REGIONE SAHARIANA.
QUINDI
LE PERLINE DI FATTURA PUNICA, CHE QUI VEDIAMO ALTRO NON SAREBBERO
CHE PRODUZIONE TARDA DI EX COLONIE ATLANTICHE CHE HANNO CONTINUATO A
PRODURRE E COMMERCIARE PRODOTTI PUNICI SECOLI DOPO LA CADUTA DI
CARTAGINE.
LE
PERLINE DI FATTURA ROMANA INVECE, POTREBBERO ESSERE DI PRODUZIONE
LIBICA DELLA PROVINCIA DI GARATI CHE DOPO LA DIVISIONE DELL’IMPERO
ROMANO HANNO CONTINUATO A COMMERCIARE CON LE POPOLAZIONI SUB
SAHARIANE CONTINUANDO A PRODURRE STILEMI DI PERLINE VITREE ROMANE.
DI
DIVERSA ORIGINE, INVECE, LE PERLINE AD OCCHIO CREDUTE EGIZIO
TOLEMAICHE, FINO AL RITROVAMENTO DI UN’ANTICA VETRERIA NEI PRESSI
DEL CAIRO E RISALENTE AL XI SEC. CHE PRODUCEVA ENORMI QUANTITA’ DI
PERLINE AD OCCHIO DEL TUTTO SIMILI ALLE PERLINE ROMANE DI X SECOLI
PRIMA, ED ESPORTATE IN TUTTI I PAESI MUSULMANI ATTRAVERSO I
PELLEGRINI CHE, RECANDOSI ALLA MECCA, PASSAVANO DAL CAIRO DOVE
SCAMBIAVANO PRODOTTI PROVENIENTI DAI LORO PAESI CON DENARO ED ALTRE
MERCI TRA CUI LE PERLINE.
NATURALMENTE
BEN PRESTO IL CAIRO E LA MECCA DIVENNERO UN’IMPORTANTE PUNTO DI
SCAMBIO TRA OCCIDENTE ED ORIENTE, NON SOLO PER MERCI PROPRIE, MA
ANCHE IMPORTATE.
DALLA
SIRIA, DAL LIBANO, DALLA PERSIA, ARRIVAVANO ALTRE PERLINE PRODOTTE
SU STILEMI MESOPOTAMICI, ANCH’ESSE MOLTO APPREZZATE IN TTTO IL
MONDO ISLAMICO, CHE MALGRADO IL RIGORE ICONOCLASTICO ED IL RIFIUTO
DELLA SUPERSTIZIONE, BEN ACCETAVA E RIPROPONEVA IL MITO APOTROPAICO
MILLENARIO DELL’OCCHIO PROTETTORE IN USO PRESSO I SUMERI, GLI
EGIZI ED I CARTAGINESI.
IL
1401 SEGNA LA FINE DELLA PRODUZIONE VITREA MEDIO ORIENTALE, LE
TRUPPE MONGOLE DI TAMERLANO INVADONO E CONQUISTANO DAMASCO, TIRO ED
ALEPPO E I MAESTRI VETRAI VENGONO DEPORTATI.
LE
NAVI ARABE GIA’ SI SPINGEVANO FINO ALLA CINA ED ALL’INDIA, DA
DOVE INIZIARONO A IMPORTARE NOTEVOLI QUANTITA’ DI CORNIOLE E AGATE
SFACETTATE E PASTE VITREE DETTE LE PERLE DEGLI ALISEI, LA MAGGIOR
PARTE DELLE QUALI FINIVANO NEI MERCATI DI ZANZIBAR, AGADES,
DJENNE’, E TOMBOUCTOU, E DA QUI SCAMBIATE CON ORO ED AVORIO
PRENDEVANO POI LE VIE PIU’ DISPARATE VERSO L’INTERNO DEL
CONTINENTE AFRICANO.
COME
SEMPRE GLI EVENTI BELLECI E STORICI CAPOVOLGONO E RIDISEGNANO LE
ROTTE DEI COMMERCI INTERNAZIONALI, MA LA CONCOMITANZA DELLA SCOPERTA
DELL’AMERICA E LA RICONQUISTA DI GRANADA DA PARTE DI ISABELLA LA
CATTOLICA, CREERA’ IL MASSIMO SCONVOLGIMENTO NEGLI EQUILIBRI
POLITICO COMMERCIALI IN AFRICA OCCIDENTALE.
UN
NUOVO CAPITOLO SI APRE NELLA STORIA
DEL COMMERCIO DELLE PERLINE, RICHIESTISSIME NEL NUOVO MONDO
DOVE VENGONO SCAMBIATE ALLA PARI CON PIETRE PREZIOSE, TABACCO,
PELLICCE ED ARGENTO.
INIZIA
LA DECADENZA DELLE GRANDI CAPITALI SUDANESI, TOMBOUCTOU CHE OSPITAVA
20.000 PERSONE NEL SUO CARAVANSERRAGLIO, DIVENTA L’OMBRA DI SE
STESSA, E LA SABBIA DEL DESERTO SEPPELLISCE DEFINITIVAMENTE LE CITTA
CAROVANIERE DI AWDAGHUST E KUMBHI SALEH.
L’ORO
DEL MALI E’ ANTIECONOMICO RISPETTO ALL’ORO AMERICANO, MA
L’AFRICA HA UNA NUOVA MERCE RICHIESTA DAL NUOVO MONDO: GLI
SCHIAVI!
LE
NAVI PORTOGHESI APPRODANO NEL GOLFO DI GUINEA CON VASCELLI CARICHI
DI PERLINE VITREE VENEZIANE CHE SOSTITUISCONO CON LA LORO OFFERTA
OGNI ALTRO TIPO.
LE
21 VETRERIE VENEZIANE DELLA META’ DEL 1500 DIVENTANO 250 E LA
PRODUZIONE RAGGIUNGE NEL 1700 LE 19 TON. LA SETTIMANA.
LA
GRANDE CAPACITA’ DELLE VETRERIE VENEZIANE DI RISPONDERE
ALL’ESIGENZE DELLE VARIE ETNIE AFRICANE, DAL SUDAN ALL’AFRICA
EQUATORIALE, DAL CONGO AL TANGANIKA, RAGGIUNTE DALL’AVVENTURA
COLONIALE EUROPEA, FA SI CHE LE PERLINE DIVENTINO L’UNICA MONETA
DI SCAMBIO CONOSCIUTA E LE VARIETA’ DI PERLINE PRODOTTE SUPERA LE
100.000 TIPI.
DOPO
TRECENTO ANNI DI MONOPOLIO I SEGRETI DELLA LAVORAZIONE DELVETRO
VENGONO CARPITI A MURANO E SORGONO IN BOEMIA ED IN OLANDA VETRERIE
CHE COMINCIANO A MINARE IL PREDOMINIO VENEZIANO.
DAPPRIMA
IMITANO LA PRODUZIONE VENEZIANA, PER POI AFFERMARSI CON MODELLI
PROPRI.
NELL’ULTIMO
SECOLO SI FA AVANTI UNA PRODUZIONE LOCALE DEL GHANA E DELLA NIGERIA
CHE USANDO COME MATERIA PRIMA IL VETRO RIGENERATO CREA MODELLI
ORIGINALI, POCO CARI E MOLTO APPREZZATI DAGLI AFRICANI.
E
CON QUESTE IMMAGINI CONCLUDO QUESTO MIO VIAGGIO NEL TEMPO RACCONTATO
DALLE PERLINE AFRICANE TROVATE NEI MERCATI, NEI SITI ARCHEOLOGICI ED
AL COLLO DI GIOVANI ED ANZIANE DONNE AFRICANE, CHE HANNO COSTITUITO
PER SECOLI UNA SORTE DI FIERA DELLA VANITA’ O DEI SOGNI,
UN’ARTICOLO APPARENTREMENTE FUTILE, INUTILE, DESTINATO AD UN
CONSUMATORE CON LIMITATE POSSIBILITA’ ECONOMICHE, MA CHE PER OLTRE
1.500 ANNI HA MOSSO CAROVANIERE E NAVI NEI TRE CONTINENTI, E FATTO
PRODURRE TONNELLATE DI VETRI A FABBRICHE EUROPEE E MEDIO ORIENTALI.
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