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Testo della conferenza del 12-11-01 a Lugano in collaborazione con BSI  (a cura di Augusto Panini)
             
“LE CAROVANE DEI SOGNI” QUESTO E’ L’AFFASCINANTE TITOLO DELL’ESPOSIZIONE IN CORSO NELLE VETRINE DELLA BSI QUI A LUGANO , UN TITOLO CHE EVOCA TEORIE INTERMINABILI DI DROMEDARI CHE ATTRAVERSO PAESAGGI MOZZAFIATO UNIVANO LA COSTA DEL MEDITERRANEO E DELL’OCEANO INDIANO CON IL SAHEL, LA COSTA “LETTERALMENTE” MERIDIONALE DEL DESERTO DEL SAHARA.
QUESTE CAROVANE TRASPORTAVONO MERCI PROVENIENTI DA OGNI PARTE DEL MONDO ALLORA CONOSCIUTO DAI PORTI DI ALESSANDRIA D’EGITTO, DI TANGIS E DI ZANZIBAR DOVE LE NAVI ARABE PROVENIENTI DALLA CINA E DALL’INDIA SCARICAVANO E DIFFONDEVANO IN TUTTO IL CONTINENTE AFRICANO MERCI E CULTURA DI PAESI LONTANI, QUASI DA SOGNO!
DI TUTTO ARRIVAVA ATTRAVERSO IL SAHARA CON QUESTE CAROVANE: TESSUTI PREGIATI, ARMI, PERLINE COLORATE E VETRI RAFFINATI, IDEE, ARCHITETTURE ED IDEOLOGIE RELIGIOSE.
IL MEZZO DI TRASPORTO USATO IN QUESTE CAROVANE ERA ED E’ TUTT’OGGI IL DROMEDARIO ANIMALE CHE, ANCHE SE ALCUNI GRAFFITI RUPESTRI CE LO RAPPRESENTANO CON GIRAFFE, QUINDI IN PERIODI SAHARIANI ANTICHISSIMI –5.000/8.000 A.C.-, NON E’ UN ANIMALE ORIGINARIO AFRICANO, MA FU PORTATO DALL’ASIA MINORE  ANCORA UNAVOLTA DAI ROMANI; I GRAFFITI LIBICO-BERBERI, QUINDI O SONO DEI FALSI O SOVRAPPOSIZIONI DI GRAFFITI RECENTI SU BASI ANTICHE.
LUCIO SETTIMIO SEVERO IMPERATORE ROMANO NEL II SEC. D.C. NATO A LEPTIS MAGNA IN LIBIA, DURANTE UN SOGGIORNO IN SIRIA SI RESE CONTO DELL’IMPORTANZA DEL DROMEDARIO NEI TRASPORTI IN REGIONE ARIDE E DESERTICHE ED INTRODUSSE ANCHE IN AFRICA LA SUA UTILIZZAZIONE, AFFIDANDOLA A PERSONALE BEDUINO LOCALE,
BEN PRESTO L’USO DEL DROMEDARIO SI DIFFUSE IN TUTTE LE REGIONI SAHARIANE E PICCOLE COMUNITA’ DI NOMADI COSTRETTE A LIMITATI TERRITORI TRA UN POZZO E L’ALTRO, POTERONO ALLARGARE IL PROPRIO SPAZIO VITALE, INCONTRANDO ALTRI TRIBU’ DANDO IL VIA AD UNA SERIE DI AGGLOMERAZIONI CHE DARANNO VITA AI GRANDI IMPERI AFRICANI.

QUESTE SOCIETA’ ERANO I DESTINATARI DEI SOGNI TRASPORTATI DA QUESTE CAROVANE, SOGNI PAGATI A SECONDO DELLE EPOCHE E DALLE RICHIESTE DEL MONDO OCCIDENTALE CON ORO, SPEZIE, SALE E PURTROPPO ANCHE CON SCHIAVI.

ALLA RICERCA  DI QUESTE CAROVANE NEGLI ULTIMI VENTI ANNI HO VISITATO LUOGHI E STUDIATO GENTI E CERCATO TESTIMONIANZE  SOPRAVISSUTE ALL’ISLAMISMO, ALLA TRATTA DEGLI SCHIAVI ED AL COLONIALISMO CHE HANNO CERCATO CON OGNI MEZZO DI CANCELLARE OGNI TRACCIA DI ANTICHI SPENDORI.

UNO DEI PAESI SICURAMENTE PIU INTERSESSANTI IN QUESTO SENSO E’ IL MALI, NON INTESO COME LIMITE GEOGRAFICO MODERNO, MA COME IL TERRITORIO DEGLI ANTICHI IMPERI DEL MALI E CIOE'’GLI ATTUALI STATI DEL MALI, BURKINA FASO, NIGER E MAURITANIA DOVE MENTRE NEL CORSO DEI SECOLIRE SI SUCCEDEVANO A CALIFFI E GOVERNATORI, IN ALCUNI VILLAGGI SPERDUTI SUI CONTRAFFORTI DELLA FALESIA O LUNGO IL FIUME NIGER, LA VITA E' SEMPRE CONTINUATA UGUALE QUELLA DEI LORO PADRI, DEI LORO NONNI, DEI LORO AVI, SENZA CHE LE VICENDE DEL MONDO ESTERNO CHE SI EVOLVEVA, O INVOLVEVA, LI TOCCASSE IN ALCUN MODO.

QUESTI UOMINI RIMASTI ANTICHI NELL'AGIRE E NEL PENSARE, COSTITUISCONO IL PATRIMONIO CULTURALE DEL MALI UN PAESE CHE, QUASI IN MEMORIA DEGLI ANTICHI SPLENDORI, VISSUTI TRA IL X ED IL XVI SEC., CI PROPONE PAESAGGI IMMUTATI DA SECOLI E ABITATO DA UNA MIRIADE DI ETNIE CHE CONSERVANO IMMUTATE DI SEMPRE USI E COSTUMI

DJENNÈ È STATA UNA DELLE CAPITALI  ECONOMICHE PIÙ IMPORTANTI, FORZIERE DELLA CITTA’ SANTA TOMBOUCTOU, CITTÀ RICCHISSIME SEDI DI IMPORTANTI UNIVERSITÀ ISLAMICHE DOVE I RE MALIANI DI RITORNO DAI LORO FAVOLOSI PELLEGRINAGGI ALLA MECCA AVEVANO FATTO ERIGERE MAGNIFICHE MOSCHEE PER GLORIFICARE ALLAH, E SICURAMENTE META FINALE DI MIGLIAIA DI CAROVANE DEI SOGNI TRA L’XI ED IL XVII SEC.

UN PAESE DI TRADIZIONE ISLAMICA, QUINDI COME TESTIMONIANO LE SUE MOSCHEE ED I TESTI ANTICHI CONSERVATI IN MALI ED IN MAURITANIA, MA UN PAESE DOVE UNA CULTURA ANIMISTA COABITAVA CON IL MONDO ISLAMICO, PER OLTRE 500 ANNI ED ANCORA OGGI CONVIVE, COME TESTIMONIANO I REPERTI ARCHEOLOGICI CHE AFFIORANO A POCHI METRI DALLE SUE MOSCHEE ED I RITI ANIMISTICI A CUI ANCORA OGGI SI PUO’ ASSISTERE.

A 15 KM. DI DISTANZA DA QUESTA MOSCHEA, CENTRO DI PREGHIERA PER TUTTO IL BURKINA FASO, NEI PAESI LOBI E’ POSSIBILE FAR VISITA A SANTUARI PAGANI, GESTITITI DA FETICHEURS FAMOSI IN TUTTO IL PAESE ED INTERPELLATI DAL GOVERNO CENTRALE IN OCCASIONE DI IMPORTANTI DECISIONI.

IN TERRITORIO BOZO, E’ POSSIBILE ASSISTERE ALL’USCITA DELLE MASCHERE SACRE PER LE DANZE PROPIZIATORIE DELLA PIOGGIA, ED ALCUNI KM PIU’ A EST INCONTRARE IL RE DEI GAN E FAR SACRIFICI PROPIZIATORI AGLI ANTENATI.

TUTTA QUESTA PREMESSA PER CERCARE DI CAPIRE COME QUESTO TERRITORIO SIA STATO INFLUENZATO NEL CORSO DEI SECOLI DA CULTURE ESTERNE, GIUNTE SICURAMENTE A DORSO DI DROMEDARIO CON LE NOSTRE CAROVANE DEI SOGNI, CHE TRASPORTAVANO APPUNTO SOGNI, PENSIERI E CULTURA, DANDO VITA AD UN MONDO COSMOPOLITA, PLURICONFESSIONALE CHE HA ASSIMILATO SI LE ESPERIENZE ESTERNE, MA HA PUR CONSERVATO GELOSAMENTE LE CULTURE ANCESTRALI, MOLTO PIU’ ANTICHE DI QUELLE ARABE ED EUROPEE.

MA QUALI SONO STATE LE CULTURE ESTERNE CHE HANNO DETERMINATO LO SVILUPPO DI QUESTA’ CIVILTA?

IN MANCANZA DI SCRITTI AFRICANI, GLI UNICI ELEMENTI DI CUI DISPONAVAMO ERANO:

-I TESTI ARABI DELL’XI-XIII SEC., CHE  CI DANNO UNA VISIONE UNICAMENTE ISLAMICA DI QUESTA SOCIETA’.

-I RACCONTI DEI GRIOT AFRICANI TROPPO SIBILLINI ED A VOLTA AMBIGUAMENTE SIBILLINI CHE I PRESTANO A FANTASIOSE QUANTO INACCETTABILI INTERPRETAZIONI

-LE TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE PURTROPPO TROPPO POCO STUDIATE SCIENTIFICAMENTE.

IN QUESTI ULTIMI ANNI HO TROVATO UNA NUOVA CHIAVE DI LETTURA DEI CONTATTI COMMERCIALI, CULTURALI E DELLE PRATICHE RELIGIOSO-APOTROPAICHE NELLE COLLANE DI PERLINE VITREE CHE CIRCOLANO IN AFRICA DA SEMPRE AL COLLO DI DONNE DI TUTTE LE ETA’ E CONDIZIONE SOCIALE, DI CAPI VILLAGGIO O SEMPLICI CACCIATORI O CONTADINI, SIMBOLO DI POTERE, RICCHEZZA E STATO SOCIALE, MA ANCHE COME AMULETO CONTRO IL MALOCCHIO E GLI SPIRITI MALIGNI, MONETA DI SCAMBIO PER POTER VIAGGIARE ALL’INTERNO DEL CONTINENTE AFRICANO, DA TEMPI ANTICHISSIMI FINO AI GIORNI NOSTRI.

QUANDO PARLO DI TEMPI LONTANISSIMI, E QUANDO PARLO DI CULTURA AFRICANA MOLTO PIU’ ANTICA DELLA CULTURA DEI POPOLI CHE HANNO CONDIZIONATO IL CORSO DELLA STORIA AFRICANA, RISALGO VERAMENTE AGLI ALBORI DELLA STORIA, NELLA PREISTORIA E PIU’ PRECISAMENTE AL NEOLITICO SAHARIANO, CHIAMATO DEL SAHARA FERTILE, CUI SI RIFERISCONO QUESTE COLLANE IN QUARZO ED AMAZZONITE CHE VEDIAMO.

LA DOCUMENTAZIONE PIU’ INCREDIBILE DI QUESTO PERIODO E’ RAPPRESENTATA DALLE INCISIONI E PITTURE RUPESTRI SUB-SAHARIANE CHE SI TROVANO NEL SUD DELL’ALGERIA, DELLA LIBIA, AL NORD DEL NIGER  E DEL CIAD, SCOPERTE E DOCUMENTATE PER LA PRIMA VOLTA NEL 1958 DA HENRY LHOTE.

PROSEGUENDO NEL NS VIAGGIO DOCUMENTATO DALLE PERLINE VITREE MALIANE, CI ADDENTRIAMO IN UN CAPITOLO CHE HA FATTO MOLTO DISCUTERE.

NELL’IMMAGINE CHE QUI VEDETE SONO RITRATTI FILI DI PERLINE DI SCAVO RITROVATE NEI SITI ARCHEOLOGICI DELLA CITTA’ DI JENNE’-JENO  FONDATA INTORNO AL V SEC. E RIMASTA ATTIVA SINO AL XVII SEC.

SI POSSONO RICONOSCERE PASTE VITREE APPARENTEMENTE PUNICHE, ROMANE ED EGIZIO TOLEMAICHE.

I CONTATTI CON IL MONDO MEDITERRANEO AGLI INIZI DEL NOSTRO MILLENNIO AD OPERA DI ROMANI CI FURONO E SONO DOCUMENTATI DA CIO’ CHE SCRIVE ERODOTO NELLA SUA HISTORIA, MA FURONO OCCASIONALI E SPORADICI, INOLTRE I ROMANI ED I CARTAGINESI NON SI INTERESSARONO MAI DIRETTAMENTI AI TERRITORI SUB SAHARIANI.

COME E’ POSSIBILE ALLORA CHE PERLINE DI QUESTE CULTURE SIANO PRESENTI IN QUESTO TERRITORIO?

TUTTE LE COLONIE FENICIE ATLANTICHE DI LIXUS, SALA, EL JADIDA E MOGADOR, SOLO PER CITARE QUELLE CONOSCIUTE ARCHEOLOGICAMENTE, MA CHE SECONDO STRABONE ERANO OLTRE 300, SONO SOPRAVISSUTE ED HANNO CONTINUATO A COMMERCIARE CON L’INTERNO DEL MAROCCO, SCAMBIANDO MANUFATTI FITTILI E VETRO CON L’ORO DELLA MAURITANIA E DEL MALI, NOTIZIA RIFERITA SEMPRE DA ERODOTO E COFERMATA DA ABBONDANTI RITROVAMENTI DI VASELLAME PUNICO IN PIENA REGIONE SAHARIANA.

QUINDI LE PERLINE DI FATTURA PUNICA, CHE QUI VEDIAMO ALTRO NON SAREBBERO CHE PRODUZIONE TARDA DI EX COLONIE ATLANTICHE CHE HANNO CONTINUATO A PRODURRE E COMMERCIARE PRODOTTI PUNICI SECOLI DOPO LA CADUTA DI CARTAGINE.

LE PERLINE DI FATTURA ROMANA INVECE, POTREBBERO ESSERE DI PRODUZIONE LIBICA DELLA PROVINCIA DI GARATI CHE DOPO LA DIVISIONE DELL’IMPERO ROMANO HANNO CONTINUATO A COMMERCIARE CON LE POPOLAZIONI SUB SAHARIANE CONTINUANDO A PRODURRE STILEMI DI PERLINE VITREE ROMANE.

DI DIVERSA ORIGINE, INVECE, LE PERLINE AD OCCHIO CREDUTE EGIZIO TOLEMAICHE, FINO AL RITROVAMENTO DI UN’ANTICA VETRERIA NEI PRESSI DEL CAIRO E RISALENTE AL XI SEC. CHE PRODUCEVA ENORMI QUANTITA’ DI PERLINE AD OCCHIO DEL TUTTO SIMILI ALLE PERLINE ROMANE DI X SECOLI PRIMA, ED ESPORTATE IN TUTTI I PAESI MUSULMANI ATTRAVERSO I PELLEGRINI CHE, RECANDOSI ALLA MECCA, PASSAVANO DAL CAIRO DOVE SCAMBIAVANO PRODOTTI PROVENIENTI DAI LORO PAESI CON DENARO ED ALTRE MERCI TRA CUI LE PERLINE.

NATURALMENTE BEN PRESTO IL CAIRO E LA MECCA DIVENNERO UN’IMPORTANTE PUNTO DI SCAMBIO TRA OCCIDENTE ED ORIENTE, NON SOLO PER MERCI PROPRIE, MA ANCHE IMPORTATE.

DALLA SIRIA, DAL LIBANO, DALLA PERSIA, ARRIVAVANO ALTRE PERLINE PRODOTTE SU STILEMI MESOPOTAMICI, ANCH’ESSE MOLTO APPREZZATE IN TTTO IL MONDO ISLAMICO, CHE MALGRADO IL RIGORE ICONOCLASTICO ED IL RIFIUTO DELLA SUPERSTIZIONE, BEN ACCETAVA E RIPROPONEVA IL MITO APOTROPAICO MILLENARIO DELL’OCCHIO PROTETTORE IN USO PRESSO I SUMERI, GLI EGIZI ED I CARTAGINESI.

IL 1401 SEGNA LA FINE DELLA PRODUZIONE VITREA MEDIO ORIENTALE, LE TRUPPE MONGOLE DI TAMERLANO INVADONO E CONQUISTANO DAMASCO, TIRO ED ALEPPO E I MAESTRI VETRAI VENGONO DEPORTATI.

LE NAVI ARABE GIA’ SI SPINGEVANO FINO ALLA CINA ED ALL’INDIA, DA DOVE INIZIARONO A IMPORTARE NOTEVOLI QUANTITA’ DI CORNIOLE E AGATE SFACETTATE E PASTE VITREE DETTE LE PERLE DEGLI ALISEI, LA MAGGIOR PARTE DELLE QUALI FINIVANO NEI MERCATI DI ZANZIBAR, AGADES, DJENNE’, E TOMBOUCTOU, E DA QUI SCAMBIATE CON ORO ED AVORIO PRENDEVANO POI LE VIE PIU’ DISPARATE VERSO L’INTERNO DEL CONTINENTE AFRICANO.

COME SEMPRE GLI EVENTI BELLECI E STORICI CAPOVOLGONO E RIDISEGNANO LE ROTTE DEI COMMERCI INTERNAZIONALI, MA LA CONCOMITANZA DELLA SCOPERTA DELL’AMERICA E LA RICONQUISTA DI GRANADA DA PARTE DI ISABELLA LA CATTOLICA, CREERA’ IL MASSIMO SCONVOLGIMENTO NEGLI EQUILIBRI POLITICO COMMERCIALI  IN AFRICA OCCIDENTALE.

UN NUOVO CAPITOLO SI APRE NELLA STORIA  DEL COMMERCIO DELLE PERLINE, RICHIESTISSIME NEL NUOVO MONDO DOVE VENGONO SCAMBIATE ALLA PARI CON PIETRE PREZIOSE, TABACCO, PELLICCE ED ARGENTO.

INIZIA LA DECADENZA DELLE GRANDI CAPITALI SUDANESI, TOMBOUCTOU CHE OSPITAVA 20.000 PERSONE NEL SUO CARAVANSERRAGLIO, DIVENTA L’OMBRA DI SE STESSA, E LA SABBIA DEL DESERTO SEPPELLISCE DEFINITIVAMENTE LE CITTA CAROVANIERE DI AWDAGHUST E KUMBHI SALEH.

L’ORO DEL MALI E’ ANTIECONOMICO RISPETTO ALL’ORO AMERICANO, MA L’AFRICA HA UNA NUOVA MERCE RICHIESTA DAL NUOVO MONDO: GLI SCHIAVI!

LE NAVI PORTOGHESI APPRODANO NEL GOLFO DI GUINEA CON VASCELLI CARICHI DI PERLINE VITREE VENEZIANE CHE SOSTITUISCONO CON LA LORO OFFERTA OGNI ALTRO TIPO.

LE 21 VETRERIE VENEZIANE DELLA META’ DEL 1500 DIVENTANO 250 E LA PRODUZIONE RAGGIUNGE NEL 1700 LE 19 TON. LA SETTIMANA.

LA GRANDE CAPACITA’ DELLE VETRERIE VENEZIANE DI RISPONDERE ALL’ESIGENZE DELLE VARIE ETNIE AFRICANE, DAL SUDAN ALL’AFRICA EQUATORIALE, DAL CONGO AL TANGANIKA, RAGGIUNTE DALL’AVVENTURA COLONIALE EUROPEA, FA SI CHE LE PERLINE DIVENTINO L’UNICA MONETA DI SCAMBIO CONOSCIUTA E LE VARIETA’ DI PERLINE PRODOTTE SUPERA LE 100.000 TIPI.

DOPO TRECENTO ANNI DI MONOPOLIO I SEGRETI DELLA LAVORAZIONE DELVETRO VENGONO CARPITI A MURANO E SORGONO IN BOEMIA ED IN OLANDA VETRERIE CHE COMINCIANO A MINARE IL PREDOMINIO VENEZIANO.

DAPPRIMA IMITANO LA PRODUZIONE VENEZIANA, PER POI AFFERMARSI CON MODELLI PROPRI.

NELL’ULTIMO SECOLO SI FA AVANTI UNA PRODUZIONE LOCALE DEL GHANA E DELLA NIGERIA CHE USANDO COME MATERIA PRIMA IL VETRO RIGENERATO CREA MODELLI ORIGINALI, POCO CARI E MOLTO APPREZZATI DAGLI AFRICANI.

E CON QUESTE IMMAGINI CONCLUDO QUESTO MIO VIAGGIO NEL TEMPO RACCONTATO DALLE PERLINE AFRICANE TROVATE NEI MERCATI, NEI SITI ARCHEOLOGICI ED AL COLLO DI GIOVANI ED ANZIANE DONNE AFRICANE, CHE HANNO COSTITUITO PER SECOLI UNA SORTE DI FIERA DELLA VANITA’ O DEI SOGNI, UN’ARTICOLO APPARENTREMENTE FUTILE, INUTILE, DESTINATO AD UN CONSUMATORE CON LIMITATE POSSIBILITA’ ECONOMICHE, MA CHE PER OLTRE 1.500 ANNI HA MOSSO CAROVANIERE E NAVI NEI TRE CONTINENTI, E FATTO PRODURRE TONNELLATE DI VETRI A FABBRICHE EUROPEE E MEDIO ORIENTALI.